La cartografia storica tra tutela culturale e nuove disposizioni sulle riproduzioni
La cartografia storica, in Italia, può essere considerata bene culturale o meno, a seconda delle sue caratteristiche e della normativa applicabile. È classificata come bene culturale quando presenta un rilevante valore storico-artistico ed è sottoposta a vincolo ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004). In caso contrario, non rientra sotto questa tutela e la sua riproduzione e divulgazione sono regolate esclusivamente dalle leggi sul diritto d'autore: se l'opera è in pubblico dominio o non protetta da copyright, può essere utilizzata liberamente; se invece è protetta, si applicano le limitazioni previste dal diritto d’autore.
Quando la cartografia storica è considerata bene culturale, il trattamento dipende dalla proprietà:
• Proprietà privata: il proprietario decide su uso, riproduzione e divulgazione, nei limiti stabiliti dai vincoli di tutela.
• Proprietà statale o di enti pubblici territoriali: la gestione è regolata dal Codice dei Beni Culturali, che disciplina la riproduzione e divulgazione. È consentita la libertà di riproduzione, uso e divulgazione senza scopo di lucro; in caso contrario, è necessario pagare un canone concordato con l’ente custode.
Fino al 2023, la regolamentazione di tali riproduzioni si basava su prassi consolidate: ad esempio, erano gratuite le pubblicazioni con tiratura inferiore a 2.000 copie e prezzo di copertina sotto i 70 euro. Tuttavia, il Decreto Ministeriale 161/2023 ha introdotto un tariffario per l'uso delle riproduzioni, estendendo il canone anche ai download digitali. Questo ha comportato un aumento dei costi e notevoli difficoltà operative per editori e utenti, generando ampie critiche.
Nel 2024, il Decreto Ministeriale 108/2024 ha apportato importanti modifiche, tra cui:
• Esenzione dal pagamento del canone per:
◦ Pubblicazioni scientifiche e accademiche.
◦ Riviste divulgative.
◦ Cataloghi d'arte e pubblicazioni relative a mostre con tiratura fino a 4.000 copie.
◦ Pubblicazioni in giornali e periodici nell’esercizio del diritto-dovere di cronaca.
◦ Pubblicazioni liberamente accessibili senza pagamento (open access).
Al di là dell’estensione delle gratuità rispetto non solo al decreto del 2023 ma anche alla situazione precedente al decreto, una rilevante novità introdotta dal decreto del 2024 riguarda l’introduzione dell’azzeramento del canone e l’autonomia decisionale degli enti pubblici custodi, che ora possono azzerare il canone per la riproduzione e divulgazione dei beni culturali. una possibilità che non esisteva in precedenza. Questa disposizione apre nuovi scenari per una maggiore accessibilità e fruizione del patrimonio cartografico storico, pur mantenendo un equilibrio con le esigenze di tutela.